Mareggiata da Nord – Nord/Est: Strategie di pesca.

Mareggiata da Nord – Nord/Est: Strategie di pesca.

Perché scegliere la costa est. di Andrea Mulliri.

“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento” Charles Darwin

Anticipatamente rispetto a quella che per gli appassionati è la vera stagione, la prima violenta perturbazione, proveniente dai quadranti nord occidentali, regala una sessione di pesca con carnieri vari e ricchi, per specie e mole. Il tutto lascia ben sperare per le future mareggiate.

In realtà, oramai alla fine del mese di novembre, dopo un mese di settembre promettente, le tanto attese perturbazioni latinano. 

Lasciatoci alle spalle un ottobre ancor più mite del solito, le condizioni meteo restano deludenti. Le temperature miti si protraggono sino all’estate di san martino ed oltre.   Unica possibilità offerta agli amanti delle onde un «timido scirocco». In realtà di scirocco non si tratta. È piuttosto un vento di richiamo che ha come epicentro un punto non situato, come per il Ghibli, in territorio libico, bensì dinnanzi alle isole Baleari. Questo pseudo scirocco sarà presente solo attorno alla punta sud-ovest dell’isola. La pioggia carica di sabbia lascia spazio ad un gran cielo blu. L’umidità che accompagna le vere perturbazioni dai quadranti sud orientali è sostituita da temperature miti e giornate soleggiate. Le catture sono rare e non rilevanti. Si ripiega in qualche misto e per lo più in diurna. 

Similitudine non felice per il periodo attuale: la febbre da surf continua a salire!

Caratteristiche della perturbazione

La situazione sembra finalmente cambiare. Una rapida perturbazione proveniente dal golfo del Leone, fase montante e scaduta nello spazio di 24 ore, lascia spazio ad una nuova ancor più intensa perturbazione con venti in rotazione da NNE. 

Nella giornata di giovedì il maestrale tarda ad entrare. Alcuni appassionati, delusi da un ingresso in costa ovest nella tarda serata, non potranno approfittare della fase montante. 

Il punto di bassa pressione inizialmente presente ad est delle bocche di Bonifacio dinnanzi all’alto Lazio è responsabile dell’ingresso del maestrale nella costa ovest e del ponente nella costa nord sarda. 

Nella giornata di venerdì il repentino spostamento del punto di bassa pressione verso sud nel mar tirreno, parallelamente alla costa est sarda, determina la rotazione dei venti in tramontana e grecale, con raffiche che oltrepassano i 100 kilometri orari, principalmente da nord. Più precisamente, i venti si disporranno da NE nella parte alta della costa orientale ed a partire dal golfo di Orosei in giù, ancora più intensi, da tramontana. 

Pur essendo un litorale esposto ai venti di ESE i forti venti di tramontana stravolgono completamente la punta estrema sud orientale della Sardegna (video n°1 Porto Giunco). 

Porto Giunco

Nella giornata di sabato l’epicentro continua la sua discesa verso sud. Una burrasca di grecale grecale investe tutta l’isola. 

Seppure in questa costa esistono spot capaci di sopportare un tale moto ondoso, per esposizione ed alto degrado, la forte corrente laterale rende la pesca impossibile (video n°2 Torre di Bari).

Torre di BariSardo

Un aspetto interessante nella scelta dello spot è sottolineare come uno spot diversamente orientato oppure protetto, seppur con granulometria simile, in corso della stessa condizione, posso presentare una condizione opposta per moto ondoso (video n° 3 Murtas Quirra). 

Spiaggia di Murtas (Quirra)

Privilegiare litorali maggiormente esposti a venti di ESE ed eventualmente protetti da imponenti promontori consentiranno un’azione di pesca meno difficoltosa, in quanto più riparati dal forte vento ed un moto ondoso, seppur riflesso, ordinato ma allo stesso tempo sufficientemente energico per mettere in moto le catene alimentari nelle quali noi tanto ambiamo inserirci.

Solo nella giornata di domenica con un gradiente nord-sud la perturbazione inizierà ad affievolirsi a partire dal primo pomeriggio. 

Pianificazione della battuta e scelta della battuta

Optare per una fase montante di una tale violenza ed intensità sembra essere difficilmente auspicabile. È meglio pertanto riflettere in termini di scaduta. Data l’evoluzione della perturbazione la notte di sabato offre un mare ancora troppo forte. La costa nord e nord orientale saranno scartate a priori. I pochi spot capaci di sopportare una perturbazione di una tale intensità, si parla di onde di quattro cinque metri nella notte di sabato, risultano troppo distanti per coloro i quali provengono da Cagliari e provincia, omettendo l’incognita delle alghe. 

Nella giornata di domenica, riducendosi l’intensità del moto ondoso progressivamente da nord verso sud, si rischia di svolgere una buona parta della sessione di pesca con un mare non sufficientemente energico.

Tra l’altro il fenomeno della scaduta di grecale, essendo il fetch poco esteso, ovvero la superficie di mare su cui spira il vento ed entro cui avviene la generazione del moto ondoso, si esaurisce rapidamente, non appena il vento placatosi. 

Presa in considerazione la distanza da percorrere per rientrare ad un orario consono, l’intensità del moto ondoso e la dinamica della perturbazione, la zona sud est sarà lo scenario per affrontare la scaduta di questa burrasca di tramontana. 

Lo spot scelto è Capo Ferrato

Porto Pirastu (Capo Ferrato)

Si tratta dell’estremità sinistra di un ampio arenile che si estende da punta Santa Giusta all’omonimo promontorio. Meta ambita da tutti i sardi del sud Sardegna e da tutti i “vacanzanti” nel periodo estivo, questo tratto di spiaggia merita di essere preso in considerazione nel periodo invernale in particolare in concomitanza di determinate situazioni. Si tratta di un arenile medio basso con granulometria media, principalmente esposto ai venti provenienti da ESE. È proprio la presenza dell’imponente promontorio che smorza significativamente il vento di grecale.  Da non sottovalutare inoltre il ruolo in termine di riserva ittica del suddetto promontorio e del limitrofo misto di Porto Pirastu. Entrambe ospitano tutte le prede ricercate dagli appassionati, saraghi in primis. Le zone di roccia non mancano nemmeno in acqua, soprattutto nella porzione di spiaggia conosciuta come Ziu Franciscu. 

Giunti in spiaggia nella tarda mattinata il moto ondoso è ancora sostenuto ed il vento di tramontana oltrepassa i 30 kilometri orari. Le alghe occupano la parte sinistra dell’arenile e le prime decine di metri dalla battigia. Le onde rompono in maniera ordinata ed energetica. L’ultimo frangente sarà facilmente accessibile poco prima del tramonto conservando un moto ondoso energico (video n° 4) e l’azione di pesca non troppo disturbata dalle alghe. Sulla carta la scelta fatta sembra interessante. Un bel sarago fatto a luce lascia ben sperare per le poche ore di buio a disposizione. Una volta le tenebre calate i cimini si animano ed il resto della pescata sarà realizzato in meno di due ore (foto n° 1). Si smonta soddisfatti, soprattutto per la scelta fatta, nonostante il rammarico di un’attività ancora ben presente. 

Ma del resto, né il più forte, né il presunto più intelligente sopravvivono. 

Decidiamo pertanto di adattarci e rientrare soddisfatti dall’essere riusciti ad interpretare una condizione impegnativa, dura, che anche questa volta ci ha premiato. 

Sveglia all’alba, probabilmente a causa di un residuo di adrenalina dalla serata precedente o forse il piacere della proposta di un caro amico, o forse più semplicemente un po’ di insaziabile ingordigia, alle prime luci eccoci di nuovo coi piedi sulla sabbia. 

A distanza di qualche ora, su di una spiaggia medio bassa maggiormente esposta rispetto alla sessione precedente, è ancora possibile trovare un moto ondoso invogliante. Una situazione più morbida ma che merita un tentativo, convinto e deciso.

Lo spot scelto è l’estremità destra di Cala Sinzias, la più esposta ai venti provenienti da nord est e la parte a più basso degrado dell’arenile di Castiadas. Anche se in presenza di un moto ondoso accattivamene, esiste un unico frangente esterno sui 100 metri, uniformemente presente, invariato lungo tutto l’arenile. Il profilo della spiaggia è divenuto una lunga linea retta, nonostante la violenta mareggiata. Mancano le imponenti punte ed i profondi canali che caratterizzano le mareggiate provenienti da NE o SE. L’arenile è particolarmente duro, anche in corrispondenza della battigia. Nonostante si tratti della parte finale della perturbazione e della mareggiata, seppur un gran numero di alghe si siano accumulate all’estrema destra, queste ultime sembrano essere ancora in movimento ed uniformemente presenti in tutto l’arenile. Un vento di tramontana soffia ancora teso alimentato da una zona di bassa pressione presente al largo del golfo di Cagliari. Affascinati dalla vista di belle onde, seppur la situazione anomala, probabilmente contradditoria, ci si dispone in pesca.

Cala Sinzias

La sessione di pesca si annuncia da subito difficoltosa. Le alghe in continuo movimento non consentono di entrare realmente in pesca. Non si tratta di veri e propri banchi di alghe, impossibile rincorrerle. Si tratta piuttosto di un grande ed unico materasso in movimento. Nessuna zavorra sembra fare presa sul fondo. Alcuni amici temerari pescando al limite, se non in mezzo alle alghe, riusciranno a portare a carniere una bella spigola (foto n°2).

Il colpo di grazia verrà dato dalla corrente di marea, che opposta alla corrente del moto ondoso, rimetterà in circolo le alghe accumulate. La postazione di pesca diventa del tutto e definitivamente impraticabile. 

Più che desideroso di portar fuori un pesce da quelle onde mi spinge la voglia di capire e trovare una spiegazione a quell’échec, nonostante un così bel moto ondoso. 

Alleggerito il sistema pescante tutto il litorale sarà sondato. La sfera rotola, quasi rimbalza indipendentemente dalla distanza o settore scandagliato. Si tratta di un fondo chiuso. 

Come sotto sopra. Il fondale sondato ricorda il suolo che calpesto. Il forte vento e la forte corrente laterale non hanno esercitato in alcun momento quel meccanismo di erosione necessario per caratterizzare con formazione di punte e canali, testimonianza degli spostamenti delle masse d’acqua. 

Nel frattempo la spiaggia si è affollata. In molti ammaliati dalla bellezza di quel moto ondoso, hanno deciso di posare i propri picchetti su questo arenile. Tutti vittime dello stesso mero risultato, ma arricchiti in sensazioni ed esperienza.

Ma in definitiva non è forse questo che cerchiamo realmente?

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